Mentolo

 

Il mentolo è un alcol chirale. A temperatura ambiente si presenta come un solido bianco dall'odore caratteristico. È un composto irritante/rinfrescante. Estratto dall'olio essenziale della menta piperita, è usato per confezionare profumi, farmaci ed altri preparati. Da decenni viene utilizzato dall'industria del tabaco per la confezione delle sigarette al mentolo. Dal 20 maggio 2020 il mentolo è stato bandito nella produzione delle sigarette in tutta l'Unione Europea. 

Il mentolo fu scoperto più di duemila anni fa in Giappone, sebbene la menta piperita, da cui è ottenuto, venisse già usata nell'antichità come erba medicinale da Egizi, Greci e Romani. In Occidente, il mentolo è stato isolato nel 1771 da Hieronymus David Gaubius.

L’impiego del mentolo nella produzione di sigarette è noto da quasi un secolo. Molte le motivazioni che hanno indotto l’industria del tabacco ad utilizzare questa sostanza come additivo per i suoi prodotti: tra esse, le influenze migliorative sulle caratteristiche organolettiche del fumo e gli effetti di rinforzo sulla dipendenza da tabacco (e non solo) che il mentolo sembra esercitare.

Gli obiettivi fondamentali dell’aggiunta degli additivi nei prodotti del  tabacco, fra cui il mentolo,  sono: quello di migliorare  il gusto amaro di alcuni degli oltre 7.000 elementi che lo compongono, di limitarne gli effetti irritativi nei confronti della mucosa bronchiale (come le aldeidi), facilitare l’inalazione delle componenti con  incompleta combustione, aumentare il potere di dipendenza della nicotina. Inoltre il mentolo possiede inoltre qualità anestetiche ed è usato in medicina come antiinfiammatorio di contatto (vie aeree), antisettico, antipruriginoso ed antimeteorico.

A differenza di altri additivi (cioccolato, liquirizia, etc.) il mentolo facilita aspirazioni profonde di tabacco nei fumatori correnti e favorisce la fase di sperimentazione delle sigarette nei giovanissimi. Inoltre, gli zuccheri presenti nell’involucro della sigaretta, misti al mentolo, determinano un aumento di produzione di acetaldeide che è un agente potenziante le capacità additive della nicotina.Il rischio legato al consumo di sigarette mentolate, rispetto a quelle che non lo sono, non è ancora chiarito del tutto. Diversi studi sono stati condotti negli ultimi anni per cercare di evidenziare con la forza del dato statistico e dela ricerca di base se il mentolo influisca in qualche modo su diversi parametri riguardanti la salute pubblica. Tra questi, l’innesco della dipendenza da sigarette, l’inizio del loro uso e la rapidità di progressione verso la dipendenza, il metabolismo della nicotina, la presenza di markers quali la cotinina, fino ad arrivare agli effetti sui tentativi di disassuefazione e sull’incidenza delle ricadute[1].

Gli ultimi studi della ricera di base hanno evidenziato come il mentolo nel fumatore d tabacco agisca essenzialmente su tre livelli:

1) Alte e basse vie respiratorie,

2) Sistema epatico,

3) Sistema nervoso centrale.

 

Bibliografia

1. Il ruolo delmentolo nel tabagismo e in altre dipendenze. Tabaccologia 2015; 48-58 http://www.tabaccologia.it/filedirectory/PDF/4_2015/21-4_2015.pdf

SITAB (Società Italiana di Tabaccologia)

 

la SITAB nasce ufficialmente con la registrazione notarile avvenuta a Roma il 13 dicembre 1999. Padri  fondatori firmatari furono il dr. Vincenzo Zagà (pneumologo - AUSL di Bologna), il dr. Giacomo Mangiaracina (igienista, angiologo e MMG - Roma), il dr. Stefano Nardini  (pneumologo – Vittorio Veneto, BL), dr.ssa Laura Carrozzi (pneumologa – UniPisa), il dr. Domenico Enea (ginecologo – UniRoma La Sapienza), il dr. Eugenio Sabato (pneumologo (S. Pietro Vernotico, BR), dr. Mario Del Donno (pneumologo – UniParma).

Logo ufficiale:

 

 

Questo il Manifesto della Società Italiana di Tabaccologia pubblicato su Tabaccologia 4/2004

 

La Società Italiana di Tabaccologia (SITAB) è una società scientifica multidisciplinare, nata nel 1999, con obbiettivi finalizzati allo studio del tabacco, del tabagismo e delle patologie fumo-correlate (PFC). Tra gli scopi, quello di aggregare tutte quelle professionalità coinvolte a vario titolo ed impegnate sulla problematica tabagica. I suoi campi di intervento sono la ricerca, la documentazione scientifica e la formazione in ambito di prevenzione e terapia del tabagismo e dei problemi indotti dal consumo di tabacco. Nel raggiungimento delle sue finalità, la SITAB promuove, incoraggia e patrocina tutte quelle iniziative che vengono ritenute valide sul piano tecnico-scientifico o strategico, e che possono incidere favorevolmente sul controllo del tabagismo.

 

In prevenzione primaria e' necessario evitare che i giovani comincino a fumare. Ogni giorno in Italia muoiono circa 140 fumatori adulti a causa del Fumo. Questo fa si che i produttori del tabacco si trovano costretti a dovere rimpiazzare questa perdita con almeno altrettanti nuovi clienti, vale a dire giovanissimi iniziati al tabacco. Pur essendo una lotta impari per forze e mezzi economici, per essere efficace deve essere condotta sullo stesso terreno di vita dei ragazzi: scuola, sport e spettacolo. Ed è per questo che la SITAB si è fatta promotrice di progetti ed eventi "Senza Fumo". L'elaborazione di tali strategie è in assoluta sintonia con i programmi di controllo raccomandati dall'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) e dalle direttive europee. Ci si rende conto dell'importanza rivestita da testimonial come atleti, artisti e personaggi dello spettacolo, come esempi da seguire ed imitare, come potenziali vettori di uno stile di vita nuovo e sano.

 

Dopo il protocollo di intesa che la SITAB ha siglato con la Federazione Italiana Medico Sportiva, si e' optato per il sostegno alle manifestazioni sportive di largo coinvolgimento popolare, quali le Maratone cittadine, cominciando da quella di Roma, per coinvolgere poi anche Bologna e Torino. Nell'ambito degli interventi che coinvolgono il mondo dello spettacolo e della comunicazione mass-mediatica, la SITAB ha siglato un protocollo d'intesa con l'organizzazione di "Miss Universo" per attivare risorse e promuovere strategie di "peer education", ovvero di educazione tra pari, attraverso una vera e propria formazione di testimonial, di giovani ragazze in grado di comunicare con i giovani sui temi della promozione della salute e del consumo di tabacco in particolare.

 

Sempre in ambito di promozione della salute nelle scuole, la SITAB ha il ruolo di indicare le metodologie di intervento più appropriate, scientificamente validate, e le strategie più opportune, per mettere fine ad una sorta di interventismo approssimativo che non produce risultati e determina spreco di risorse umane ed economiche. Per questo motivo ha individuato, tra le misure di intervento di sicura efficacia, progetti europei come lo "Smoke Free Class Competition", per le terze medie e le prime superiori, ed il "Quit and Win", per le scuole superiori. Tra i progetti italiani, quello di maggiore esperienza applicativa, il "Lasciateci Puliti", più adatto alle seconde medie.

 

Anche nel campo della terapia la SITAB svolge un ruolo sostanziale, proprio delle società scientifiche, che e' quello di indicare le modalità di intervento ottimali e validate sul piano scientifico, anche per porre fine ad un'epoca di approcci empirici ed improvvisati che fanno parte di un'aneddotica che si annovera tra i cosiddetti "metodi per smettere di fumare". La SITAB ha determinato la fine dei "metodi antifumo" per inaugurare l'era della terapia del tabagismo, inteso come patologia da dipendenza importante, basata sull'assioma di rapporto complesso tra la persona e la sostanza. Oltre alle metodologie, la SITAB punta al controllo generale di un servizio territoriale che si definisca terapeutico nei confronti del tabagismo. Pertanto elabora sistemi di valutazione e di rilevamento di dati che vanno dalla formazione alla qualifica e all'esperienza professionale degli operatori e del personale.

 

La SITAB si avvale infine di un'area di ricerca scientifica che stimola, supporta e supervisiona vari gruppi di studio multidisciplinari, impegnati in vari progetti di ricerca.

Tabaccologia

 

tabaccologìa s. f. [comp. di tabacco e -logia]: disciplina che studia il tabacco, il tabagismo e i problemi connessi con il fumo (Dizionario Treccani).

Tabaccologia è una parola nuova che si discosta dallo standard lessicale delle terminologie dedicate alla medicina che derivano dal Greco e dal Latino. I Greci e i Latini non conoscevano il tabacco, e quando usavano il verbo fumare lo facevano per cose che bruciavano ("ruinae fumantes urbis" si addiceva ad una città che era stata data alle fiamme). E solo a pensare che gli uomini un giorno avrebbero emesso fumo dalla bocca e dalle narici aspirandolo da un cartoccio arrotolato di foglie secche trinciate, si sarebbero probabilmente divertiti pensandola come una cosa buffa.Il termine Tabacco deriva dalla parola india "tabacà" che Colombo e i suoi uomini sentirono pronunciare dai nativi durante il loro primo soggiorno nel nuovo mondo. Era l’ingrediente con cui si arrotolava una pannocchia di granturco (sicàr) che si accendeva ad una estremità e si aspirava dall’altra. Gli indigeni attribuivano al fuoco valori primordiali, utilizzandone i simboli magici, pratiche sopravvissute dai Maya e dagli Aztechi fino ai nostri giorni. Ancora oggi in certe forme di culture sciamaniche stregoni-medium aspirano fumo da un cartoccio arrotolato per soffiarlo su un malato a nell’aria a scopo purificatorio.Quando Carl Von Linnée (Linneo) procedette alla classificazione sistematica e nosologica delle specie viventi, dimostrò una certa creatività nell’attribuzione del nome di quella particolare pianta. La chiamò "Nicotiana" (genere) in ricordo di Jean Nicot, che ne aveva fatto dono a Caterina Dei Medici, conferendo così primaria dignità alla pianta, e "Tabacum" (specie) in relazione al lessico originario che intanto si era diffuso nel continente europeo. Di quella pianta furono scoperte poi altre specie (rustica, petunioides, otophora, tomentosiformis, ecc.), ma "Tabacco", "Tabaco", "Tobacco" e "Tabac" le identifica tutte in forma generica nelle varie lingue, ispanica, inglese e francese."Tabacco" e "Logos" rappresentano dunque i due possibili lemmi in grado di definire la scienza che gravita intorno al Tabacco, dalla Botanica all’Agronomia, dal processo di lavorazione al consumo, dall’Economia alla Sicurezza Pubblica (contrabbando), dalle Patologie Fumo-correlate alla Litigation. D’altro canto "Tabagismo", termine che serve a definire più specificamente la dipendenza da tabacco, ha cominciato a diffondersi soltanto dopo gli anni Settanta. "Tabacologie" compare per la prima volta in Francia nel 1986 allorché viene fondata la Societé de Tabacologie. Il suo presidente, il Prof. Robert Molimard, così ci testimonia:


"Quando fondammo la prima Società scientifica nel 1983, per promuovere la ricerca sul fenomeno che allora ci sembrava il più importante, quello della dipendenza dal tabacco, l'abbiamo chiamata "Società di Studio della Dipendenza Tabagica". Ci rendemmo conto poi che il titolo era troppo lungo, perciò qualche anno dopo l'abbiamo cambiato in "Societé de Tabacologie". Questo termine non esisteva prima in Francia come ora succede ora in Italia, ed abbiamo avuto lo stesso problema che avete voi. Tuttavia abbiamo considerato che il termine era corretto sul piano lessicale, allo stesso modo della maggior parte delle discipline mediche. Certamente non è possibile trovare un termine in greco antico per designare il tabacco, ma questa parola è diventata universale a tal punto che non si capisce perché si debba pretendere che discenda dal greco! Ciononostante, sembra che il termine tabaccologia non sia poi così nuovo, anzi sembra che venga da lontano, come da ricerche del dr. Vincenzo  Zagà nella Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, essendo stata impiegata già nel XVII secolo da Johann Neander nel 1626. Questo libro si trova attualmente nella Biblioteca Nazionale di Roma. E’ una fortuna per la scienza che questa parola sia stata accolta dalla SITAB. Ciò che è importante è che Tabacologie insista sull'aspetto scientifico riguardo al problema del tabacco, con un atteggiamento di oggettività e di neutralità. Un fumatore che consulti un tabaccologo non avrà mai l'impressione di trovarsi davanti a un giudice, o a un buon samaritano, piuttosto davanti ad un esperto che conosce bene la materia, in modo da potergli offrire consigli chiari e adatti al suo caso."


Fra Tabaccologia e Tabagismo esiste lo stesso rapporto che corre fra Alcologia e Alcolismo. Esiste un’autorevole Società Italiana di Alcologia, presso la cattedra di Gastroenterologia dell’Università di Firenze, ed una rivista omonima portavoce della ricerca scientifica in campo alcologico.La Tabaccologia, sia essa clinica, preventiva, sociale o forense è scienza del nuovo millennio, nata lungo il percorso della storia del tabacco fatta di celebrazioni culturali, di promozione pubblicitaria, e di tanti morti e malati, più di quanto non si possa immaginare, una strage tre volte maggiore di quella causata dall’alcol. Tre milioni e mezzo all’anno. Essa non diventa scienza a causa ed in funzione del Tabagismo. E’ la scienza che serve a capire e ad interpretare l’universo del tabacco e le sue ricadute sul piano umano, economico, sociale, legislativo, perché cessi il Mito e cresca la consapevolezza del reale.

 

Tabaccologia (rivista)

 

la rivista Tabaccologia rappresenta l’organo ufficiale della Società Italiana di Tabaccologia (SITAB). Si tratta di un trimestrale a carattere scientifico per lo studio del tabacco, del tabagismo e patologie fumo-correlate formato normalmente di 48 pagine più copertina, il tutto a quattro colori fino al 2010 quando poi si è passati ad una stampa a due colori. Tabaccologia è registrata con autorizzazione del Tribunale di Bologna n° 7319 del 24 aprile 2003. Il codice ISSN per Tabaccologia stampa è: 1970-1187 , per Tabaccologia on line: 1970-1195. La rivista Tabaccologia è open access su www.tabaccologia.it

Tabaccologia nasce ufficialmente  il 28 maggio 2003  con la presentazione nella trasmissione televisiva “otto e mezzo” allora condotta da Giuliano Ferrara e Luca Sofri,  da parte del direttore responsabile dr. Giacomo Mangiaracina. Fondatori ufficiali sono stati il dr. Vincenzo Zagà (caporedattore) e il dr. Giacomo Mangiaracina (Direttore Responsabile). Il prof. Gaetano Maria Fara (UniRoma La Sapienza) ne assunse  direzione scientifica.

 

Questo l’editoriale del Direttore Responsabile pubblicato sul primo numero

(1 /2003):

 

Decisi alla meta

di Giacomo Mangiaracina

 

Un’emozione e una data da ricordare, il battesimo di “Tabaccologia", prima rivista scientifica che si occupa in modo peculiare del tabacco e delle varie problematiche indotte dal suo consumo.

In questa Italia si scrive e si legge male, gli stupidari vanno a ruba, e l'editoria è perennemente in crisi. Anche la scienza medica pubblica volentieri mediocrità e monografie scientifiche per addetti ai lavori con visibile impronta dello sponsor che, quando non immediatamente cestinate, affollano, generalmente non lette, gli angoli dello studio medico. In questo scenario sconfortante, chi intende pubblicare qualcosa, dovrà chiedersi se ciò che vuole stampare e divulgare potrà riscuotere l’interesse, o più modestamente l'attenzione dei destinatari. Ce lo siamo chiesto anche noi, e siamo arrivati ad alcune conclusioni.

Per cominciare, siamo consapevoli di cosa sia la problematica tabagica. Il tabacco ha causato una strage, la maggiore che si possa immaginare, prima nei paesi occidentali, poi in quelli in via di sviluppo. Dal 50 al 90, per trenta lunghissimi anni, nel nostro paese, il problema è stato celatamente ammesso e palesemente negato. Gli anni Novanta rappresentano il periodo del risveglio e dell’azione, ma anche in ambito di ricerca scientifica internazionale. Dal 1995 abbiamo certezze del fatto che crei dipendenza fisica tra le più temibili; nel 1996, il “DSM IV”, manuale statistico diagnostico della psichiatria mondiale, codifica come logica conseguenza il Tabagismo tra le patologie da dipendenza, e da quel momento fumare diventa malattia, patologia in sé, contrassegnata dalla perdita del controllo sull’abitudine. Nel 1998 in Italia viene approvato il Piano Sanitario Nazionale 98-2000 che pone per la prima volta la lotta al Fumo tra gli interventi di salute pubblica prioritari per la nazione. E’ una svolta, una consapevolezza ammessa e pur tuttavia ancora taciuta, in un contesto socio culturale, ma anche politico, amministrativo e persino scientifico, che subiscono in questo terreno laceranti contraddizioni. A causa del tabacco.

Siamo certi del ruolo scientifico di questa rivista, ma non solo. Ha anche un ruolo politico, culturale e strategico, la cui incisività sociale dipenderà ovviamente dalla tiratura e dalla capacità di distribuzione. Quello che è certo è che abbiamo creato uno strumento di aggiornamento, di dialogo, di stimolo, propositivo e non solo informativo. Abbiamo voluto superare il concetto-immagine di rivista-organo di una società scientifica, chiusa nel linguaggio per addetti ai lavori. Il Tabagismo non è una “malattia rara”. Interessa oltre un miliardo di persone nel mondo, 13 milioni in Italia, che produce una strage annuale di 4 milioni di adulti nel mondo. Eppure l’atteggiamento politico e delle istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica hanno avuto nei suoi confronti la stessa modalità di approccio che si conviene alle malattie rare, “prima pensiamo alle cose più importanti, poi faremo anche quello”. E’ come se non bastasse vi è anche la grande questione del Fumo passivo, altra faccia del “grande misfatto”, che contribuisce ad imbastire la problematica sul piano sociale, politico ed economico.

 

Tutto questo impone livelli di informazione molteplici ed esperti con competenze diverse, coinvolte nella ricerca, nella prevenzione e nel trattamento. E dunque ci si allarga, dallo stretto tecnicismo, riservato al giro dei sapienti, alla divulgazione, al coinvolgimento di varie figure professionali, rappresentanti di istituzioni e di governo, dagli enti locali alle alte cariche dello stato.

Considerando che in una scala gerarchica epidemiologica il Tabagismo viene collocato al primo posto tra le cause di morte evitabili, la prevenzione e la terapia richiedono interventi differenziati e anche adattati al contesto socio-culturale, di ampio coinvolgimento della rete sociale.

Ecco dunque una rivista che, pur mantenendo il rigore scientifico, è pure divulgativa, pronta a scommettere sulla capacità di portare la Scienza ai contesti sociali influenti, di dialogare con la vasta platea, di promuovere progettualità e iniziative di provata efficacia. Senza alcuna modestia, vi sarebbero tutte le premesse per inaugurare il tempo dei fatti nei programmi di controllo del Tabagismo. La sigla di intese fra SITAB ed altre società scientifiche com’è avvenuto con la FMSI, Federazione Medico Sportiva Italiana, e la Federazione per le Malattie Polmonari Sociali, permettono meglio di inquadrare le intenzioni, quelle di creare un fronte comune. Su un altro piano lo si sta realizzando con la Consulta Italiana sul Tabagismo a cui aderiscono oltre 90 organizzazioni fra enti, regioni e associazioni.

 

 

SECOLO XIX: DEFINIZIONE DELLA PAROLA TABACCO

"Tabacco: la parola tabacco deriva da “Tabaco”, nome di una città delle Americhe dove gli Spagnoli si sono imbattuti per la prima volta in questa pianta.; quello di “Nicotiana” viene da Nicot, ambasciatore francese in Portogalo nel 1560, al quale si deve la conoscenza del tabacco (...). Nella terapeutica si mette a profitto l’azione irritante del tabacco. Si fa su certi tumori indolenti con delle lozioni e fomentazioni con decotto di tabacco. Il tabacco in polvere oppure incorporato in un corpo grasso, e’ stato usato per distruggere il pus della testa e del pube, ma il suo uso, spesso, è stato seguito da incidenti. Delle volte lo si è usato in clistere per combattere la costipazione risultante da una paralisi dell' intestino; per rimediare a questo disturbo spesso il fumo di tabacco veniva introdotto nel retto. Quest’ultimo metodo è stato usato con successo anche contro l’asfissia. Se si pensa di dover somministrare il tabacco per via enterica come purgante non si dovrà dare più di 1/4 o 1/2 dose alla volta come decotto in molte volte durante le 24 ore. Il dosaggio della polvere è pari a 1- 2 o più chicchi di grano. A forti dosi diventa un veleno narcotico-acre molto violento che produce allo stesso tempo l’infiammazione del tubo intestinale, stato stuporoso, tremori, vertigine, ect..; anche utilizzato come lozione può determinare gravi incidenti e morte".

(Definizione della parola tabacco cosi come appare alla pagina 913 del Dizionario di medicina, chirurgia, farmacia, delle scienze e dell'arte veterinaria di P.Nysten , 8° edizione di M. Bricheteau, O. Henry e J. Briand, Editore J. S.Chaudè, Paris 1841.)

 

Virus (la scoperta)

Verso la fine del XIX secolo un’inspiegabile malattia colpì le piante di tabacco in Crimea. Lo scienziato russo Dimitri Iosifovich Ivanovsky (1864-1920) , analizzando la linfa di quelle piante scoprì che esisteva in alcune qualcosa di misterioso che si poteva ritenere responsabile della trasmissione della malattia da una pianta all’altra. L’agente in missione speciale era un piccolissimo organismo che oggi chiamiamo virus (in latino significa “succo di piante; veleno”). Ivanovski morì il 20 giugno 1920, sedici anni prima che fosse individuato e isolato, grazie al microscopio elettronico il primo virus e che la virologia divenisse un’importante branca della biologia. (Claudia Cotti) (Fonte: http://www.focus.it)