Fumo di terza mano

 

Il fumo di terza mano si riferisce ai costituenti residui del fumo di tabacco che rimangono sulle superfici e sulla polvere dopo che il tabacco è stato fumato. Queste sostanze vengono quindi riemesse come gas o reagiscono con altri composti nell'ambiente per creare nuove sostanze tossiche e cancerogene.[1] principali costituenti del fumo passivo sono nicotina, 3-etenilpiridina, fenolo, cresoli, naftalene, formaldeide e tabacco- nitrosammine speci . {2]

L'esposizione al fumo passivo può durare più a lungo rispetto all'esposizione al fumo passivo. I componenti del fumo passivo sono difficili da rimuovere da tappeti, mobili e superfici, rispetto al fumo passivo che viene rimosso dalla ventilazione. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere e rispondere ai potenziali danni causati dal fumo passivo.

 

Bibliografia

  1. Campbell MA, Ford C, Winstanley MH. 4.3 Thirdhand smoke. In: Scollo MM, Winstanley MH, editors. Tobacco in Australia: Facts and issues. Melbourne: Cancer Council Victoria, 2017.
  2. Northrup TF, Jacob P 3rd, Benowitz NL, et al. Thirdhand smoke: State of the science and a call for policy expansion. Public Health Rep 2016;131:233–38.

 

 

Fumo passivo o fumo di seconda mano (Second-hand smoke)

 

Cos'è il fumo passivo?

Il fumo "passivo" (in inglese passive smoke o second hand smoke) è quello che viene inalato involontariamente dalle persone che si trovano a contatto con uno o più fumatori "attivi" ed è il principale inquinante degli ambienti chiusi.
Il fumo passivo è la risultanza del fumo espirato dal fumatore attivo (corrente terziaria) sommato al fumo prodotto dalla combustione lenta e imperfetta (400- 500°C) della sigaretta lasciata bruciare nel portacenere o in mano fra un tiro e l'altro (corrente secondaria). Si ammette che il fumo passivo sia costituito per 6/7 dalla corrente secondaria e per 1/7 dalla corrente terziaria (fumo espirato dal fumatore).  Nel fumo passivo sono presenti in percentuali diverse le oltre 7mila sostanze tossiche presenti nel fumo attivo.

umo passivo: i rischi per la salute

Il fumo passivo, o fumo di tabacco ambientale o fumo passivo, può influire sulla salute delle persone che non fumano. Esistono sostanziali evidenze scientifiche che il fumo passivo è seriamente nocivo per la salute dei non fumatori.
Il non fumatore che inala fumo passivo rischia gran parte delle malattie cui è soggetto il fumatore attivo (1-4). L'esposizione al fumo passivo è caratterizzata da un effetto dose-risposta. Più intensa e più prolungata è l'esposizione al fumo ambientale, e maggiori sono le conseguenze derivate dalla nocività dell'esposizione.

Vi sono prove evidenti dei danni dell'esposizione al fumo di tabacco ambientale:[1-4]

  • in gravidanza
  • ai bambini – compresi tassi più elevati di infezioni respiratorie e dell'orecchio medio, infezioni da meningococco e asma
  • agli adulti – compreso un aumento del rischio di cancro ai polmoni, malattia coronarica e ictus.

Qualsiasi esposizione al fumo di tabacco – anche una sigaretta occasionale o l'esposizione al fumo passivo – è dannosa, soprattutto per i bambini.[5]

Un rapporto dell`OMS del 2007 sul tabagismo elencava i seguenti rischi da fumo passivo:

Nell`adulto

  • rischio +26%: cancro al polmone, 

  • rischio +25%: problemi coronarici, 

  • rischio +17%: in donne gravide minor peso alla nascita se la madre fuma o è 
esposta al fumo degli altri, 

  • rischio +11%: ritardo di crescita intrauterina se la madre fuma o è esposta al fumo degli 
 Il rischio di morte improvvisa del nascituro raddoppia. 


Nel bambino

  • rischio +72%: bronchite, se la madre fuma, 

  • rischio +29%: bronchite, se un familiare fuma, 

  • rischio +14%, +38%, +48% per crisi di asma: a seconda se fuma la madre, il 
padre o entrambi rispettivamente. 

  • Sia nel bambino che nell`adulto c`è il rischio del +21%, +38%, +48% di otite 
recidivante, a seconda se fuma il padre, la madre o entrambi. 


 

Interventi appropriati

 

Mancano prove sull'efficacia di consigliare ai non fumatori di limitare l'esposizione al fumo di tabacco. Ci sono prove che forniscono informazioni ai genitori sui danni dell'esposizione dei bambini al fumo di tabacco ambientale può ridurre la loro esposizione. [7]

A causa dell'evidenza dei danni derivanti dall'esposizione, i non fumatori, in particolare i genitori di neonati e bambini piccoli e le donne in gravidanza, dovrebbero essere fortemente consigliati di limitare l'esposizione al fumo di tabacco . I genitori che fumano dovrebbero essere incoraggiati a non fumare in casa o in spazi confinati (es. autoveicoli) in nessun momento. La  conoscenza  degli  stretti  legami  esistenti  tra  l’esposizione  al  fumo  passivo domestico e lo sviluppo delle malattie respiratorie infantili non può che essere incoraggiata, al fine di contribuire alla tutela della salute di tali soggetti fragili. vitare l’esposizione agli inquinanti  ambientali  è  particolarmente  importante per la salute dei bambini.  Revisioni  sistematiche  e  metanalisi   dimostrano    che    l’inquinamento     dell’aria indoor aumenta  il  rischio 

di  asma  bronchiale  e  di  sintomi correlati   all’asma.   La   ricerca   sui  meccanismi  alla  base  degli  effetti   nocivi dell’inquinamento atmosferico  sulla  salute  ha  suggerito  di  rafforzare e applicare una legislazione mirata   al   controllo   dell’inquinamento  dell’aria  sia  all’aperto  sia  al chiuso.  Sebbene  l’Unione  Europea abbia  sviluppato  negli  ultimi  decenni  un’ampia  serie  di  direttive  e linee  di  indirizzo  che  hanno  portato  indubbiamente  a  considerevoli miglioramenti della qualità dell’aria che respiriamo, i dati continuano a confermare che il carico di malattie legate  all’inquinamento  atmosferico  tra  la  popolazione  europea  rimane  ancora  troppo  elevato.  La conoscenza degli stretti legami esi stenti tra l’esposizione al fumo passivo  domestico  e  lo  sviluppo  delle malattie   respiratorie   infantili   non    può che essere incoraggiata, al fine  di  contribuire  alla  tutela  della salute di tali soggetti fragili. [8]

 

Bibliografia

 

  1. Holbrook BD. The effects of nicotine on human fetal development. Birth Defects Res C Embryo Today 2016;108:181–92. 

  2. Australian Government Department of Health. Clinical practice guidelines: Pregnancy care. Canberra: Australian Government, 2018. 

  3. Banderali G, Martelli A, Landi M, et al. Short and long term health effects of parental tobacco smoking during pregnancy and lactation: A descriptive review. J Transl Med 2015;13:327. 

  4. Bauld L, Graham H, Sinclair L, et al. Barriers to and facilitators of smoking cessation in pregnancy and following childbirth: Literature review and qualitative study. Health Technol Assess 2017;21:1–158. 

  5. Best D. From the American Academy of Pediatrics: Technical report. Secondhand and prenatal tobacco smoke exposure. Pediatrics 2009;124:e1017–44.
  6. OMS: www.who.int/mediacentre/events/2007/wntd/en/index.html
  7. Australian Institute of Health and Welfare. Australia’s mothers and babies 2017. Perinatal statistics series no. 35. no. PER 100. Canberra: AIHW, 2019. 

  8. Malizia V. Esposizione a fumo di tabacco   e malattie respiratorie infantili. Tabaccologia 2021; XIX(3):27-32. https://doi.org/10.53127/tblg-2021-A022

 

 

Gavell Niccolò (1701-1777)

 

Nel 1758 Niccolò Gavelli (1701-1777) tipografo editore, di ampia risonanza, a Pesaro, oltre a portare avanti tre giornali periodici, rispettivamente il Mercurio Storico e Politico, le Memorie per la Storia delle Scienze e Belle Arti e la Gazzetta di Pesaro, curava e pubblicava le edizioni di molte opere di argomento scientifico, letterario ed artistico di autori pesaresi e di altre parti d'Italia e dell'estero. Il Gavelli fu anche autore e, ovviamente, stampatore di recensioni critiche, di prefazioni e presentazioni di opere, di componimenti poetici e di scritti occasionali per nozze, monacazioni, dotto­rati, nascite, decessi, ecc. Secondo la testimonianza di Domenico Bonomini, per il suo tempo, l'editore Gavelli era considerato un dotto, [...], “massime nella purezza della lingua italiana”; pur, tuttavia, un mediocre poeta ita­liano. Gavelli, fra le altre cose, scrisse un compendio dal titolo “Storia distinta e curiosa del tabacco”  avente come sottotilo “concernente la sua scoperta, la introduzione in Europa, e la maniera di coltivarlo, conservarlo, e prepararlo, ec. Per servirsene, con altre ottime, ed utili osservazioni sopra il medesimo; in quella nuova impressione accresciuta di diversi esperimenti fatti circa la sua virtù”.

Dopo una ammiccante introduzione dal titolo “Al benigno lettore” il libro inizia con i vari nomi dati al tabacco che Gavelli etichetta come “pianta o erba medicinale, nota in Europa solamente dopo la scoperta dell’America…” 

E allora “gli Americani, che abitano la terra ferma, la chiamano petum, ma que’ delle isole l’appellano Yoli.

Gli Spagnuoli, che le hanno dato il nome di Tabacco, lo hanno preso in prestito da quello di Tabacco, una delle provincie del regno di Yucatan, ove ne trovarono per la prima volta e ove ad imitazione degl’Indiani fecero eglino uso di quest’erba, presentemente sì comune.

I Francesi le diedero da principio vari nomi.  Primieramente la chiamarono Nicotiana, od Erba dell’Ambasciatore, da Giovanni Nicot, ambasciatore di Francesco II in Portogallo; secondariamente l’Erba della Regina, a motivo di Caterina de’ Medici…poi l’Erba del Gran Priore, a cagione di un Gran Priore di Francia della casa di Lorena, che fù de’ primi a servirsene”.

In Italia i primi nomi furono: “ l’Erba di Santa Croce, e l’Erba di Tornabuoni, dal nome dei due Cardinali, l’ultimo dei quali era Nunzio in Francia, e il primo in Portogallo: ma alla fine ognun si è ridotto  a non chiamarla con altro nome, che con quello di Tabacco, ad esmpio degli Spagnuoli”.

L’Autore prosegue con una dotta descrizione  dei tipi di piante di Tabacco, della coltivazione, dell’essiccatura e della preparazione dei manufatti. Insomma una vera e propria manna storiografica soprattutto per botanici e agronomi.

“Nel finir della memoria” poi esorta a alla coltivazione del tabacco in quanto, sebbene “esiga molta fatica…vedrannoesser essa infinitamente meno faticosa di quel, che apparisca anzi scorgerà ch’essa è assai facile…” . Basta fare come in Virginia e nel Mary-Land “che in terre passabilmente buone, un Negro capace fa facilmente duemila libbre di Tabacco all’anno”.

Poi si sofferma su come si usa coltivarlo e ridurlo in polvere in Italia nei “luoghi immuni di questo Stato Ecclesiastico”.

Si semina in febbraio-marzo “sotto luna calante, che ne verrà più gagliarda la pianta…Quando poi incominciasi a vedere il fiore, e che le piante sono alte circa due piedi, levasi ello fiore colla mano, rompendolo con facilità, acciochè la pianta non vada tanto in vigore , e più grandi divengano le sue foglie”.

Della stessa pianta si effettuano tre raccolte: una in settembre, l’altra in ottobre-novembre e la terza entro il febbraio successivo “la quale certamente è assai inferiore, e con questa si fa Tabacco pe’ poveri, e pe’ villani…”.

La riduzione in polvere poi si esegue con grandi, piccole moli o col mortaio che si vende in libbra riportando i vari prezzari su varie borse soprattutto olandesi.

Seguono infine le “Osservazioni fisico-mediche intorno alla pianta del Tabacco, fatte da gravi autori medici”. Gavelli riferisce che inizialmente di questa pianta “non si facea gran conto delle sue proprietà medicinali, ma presentemente è famosa per le sue qualità”. A questo punto si rifà alle alle notizie talora aneddotiche dei dotti contemporanei e di alcuni autori che già nel ‘500 e 600 avevano decantato le proprietà medicinali del tabacco riportando “quanto di più utile e di più curioso lasciando i lettori in libertà di poter vedere più diffusamente le circostanza terapeutiche di questa pianta”. Gavelli nel trattare le virtù terapeutiche del tabacco spesso fa riferimento a personaggi medici e cerusici del suo tempo (Boehrave, Gaspare Offman, Antonio Reccho, Fernandez, Giovanni Shedman, Giovanni Tarenzio) che verosimilmente godevano di un certo credito “scientifico” come luminari nella maateria ma che non hanno lasciato tracce indelebili nel palmares delle scienze mediche.

Olii e unguenti vengono estratti dalle foglie verdi di tabacco che “credonsi benefiche nelle piaghe, ulceri, infiammazioni, tumori, emorroidi e scrofole”. Ma avverte sulla pericolosità dell’olio distillato dal tabacco in quanto “è velenoso in guisa, che postone una goccia sulla lingua di un gatto produce in esso violente convulsioni e la morte nello spazio di un minuto”. Nondimeno funziona bene nel dolore da carie dentale in quanto “adoperato in faldella o con un pezzo di pannolino intinto nel sugo del Tabacco, ed applicato a’ denti forati, e guasti, ne calma il dolore e ne impedirà l’ulteriore corruzione”. A volte anche i chirurghi se ne servono come anestetico “per  intormentire le membra che hanno da tagliare”.

Il tabacco in foglie verdi “ben peste sana la gotta”. Applicate calde “sono un efficace rimedio nelle cefalargie, e nell’emicranie, che provengono da cauda fredda, nelle flatulenze, nelle rigidezze del collo, o in quelle spzie di convulsione, in cui la rigidezza del collo è sintomo

Le foglie secche invece, sono un “valido emetico ma la loro azione è così violenta, che nell’usarne bisogna stare oculatissimo”. Masticate o fumate,  favorisce la produzione di catarro e quindi viene utilizzato quando il paziente ha necessità di liberarsi da ingorgo catarrale. Addirittura Gavelli ci dice che “è talora benefico agli asmatici” ma ad una condizione se si vuol avere un effetto sicuro di questo rimedio: “bisognerà fargli precedere delle necessarie evacuazioni, supposto però che lo stato dell’infermo lo permetta”. Meno male.

Riportando Antonio Reccho poi, ci fa sapere dei “salutevoli effetti”  di una boccata di fumo nel soffocamento e che “è benefico nelle sincopi”.

Masticato “fa divenir magro e leva la sonnolenza ed è un pssente preservativo contro la peste”.

Anche il decotto (decozione) che a detta di dotti medici si fa con due foglie con aggiunta di “acetosa puntura, ed allume, facendola altri anche coll’orina” risulta un infallibile rimedio per “la rogna, le volatiche, la rabbia de’ cani ed altri mali cutanei”.

La decozione con sola acqua è linimento  “giovevole per le malattie del petto, nelle tossi invecchiate, nelle asme e negli altri mali che nascono da causa fredda”. Lo sciroppo fatto con zucchero e decozione di foglie di tabacco “provoca espettorazione  degli umori putridi, ferma le dissenterie, …caccia dagl’intestini i vermi piatti e i vermi rotondi ” ma non a tutte le temperature. Decozioni molto concentrate e usate mediante clistero possono essere pericolose “non senza pericolo d’infermità, stupidità e violenti vomiti”.

Il tabacco in polvere “tirato su pel naso come uno sternutatojo estrae l’umido e le flemme del capo”. Alcuni lo assumono “ in picciole pallottole piuttosto lunghette, che si cacciano su pel naso, e che producono assai buoni effetti, attraendo buona parte di acqua, o pituita, scaricando il capo, risolvendo i cattari, e rendendo libero il respiro poiché le parti sottili del Tabacco, portate in ispirando nella Trachea, e ne’ pulmoni, vi sciolgono gli umori peccanti, che vi stanno attaccati e promovono la spettorazione”.

Questa formulazione “diminuisce grandemente l’appetito e col tempo dà origine alla stitichezza. Ammazza le pulci, i pidocchi, e altrettal sorta di vermi “ dai quali, specifica l’autore, non sono attaccati i grandi coltivatori di tabacco.

Al termine del suo trattato Gavelli riferisce di alcune esperienze fatte da Nicot in persona sulle virtù del tabacco, e tramandate, ragion per cui  al Tabacco gli valse la denominazione di Erba dell’Ambasciatore: “sappia il Lettore che Giovanni Nicot era un Omo di gran fede, e lòasciò scritte le virtù da Lui esperimentate di questa salutifera Erba, e queste sono le sue precise parolle tradotte dal francese: guarisce li cancri, tutte le piaghe, le ulcere vecchie, ed incancrenite, ferite, foco selvatico, risipole, brozze aperte ancorche Magligne pestando foglie di quest’Erba in mortaio, applicando quella materia e succo sopra il Male, astenendosi da cibi salati, agri, spezierie e vini potenti o poco temperati”.

Il Gavelli infine conclude l’esposizione con un invito al buon senso e alla filosofia dell’ est modus in rebus: “nell’adoperarsi però il Tabacco convergono tutti i più bravi Fisici, che  tanto applicato per medicamento, quanto preso per semplice uso, bisogna attendersi alla sperienza ed alla moderazione; poiché sopra l’uso o l’abuso del Tabacco non si possono stabilire regole generali”.

In coda al Trattato viene riportato l’Editto dello Stato Pontificio, regnante Benedetto XIV, “sopra l’abolizione dell’Appalto del Tabacco”: “comandiamo che dal primo di gennaio prossimo futuro1758 in poi abbia ciadscuno la libertà di seminare o nello Stato Ecclesiastico ogni sorta di Tabacco, e coltivarne la piantagione senza che possa esserne da chiunque impedito…”. Per questo libero commercio viene stabilito il pagamento di “un’annua moderata somma di scudi 85 mila ripartiti per la quarta parte alla Città di Roma e per le altre tre parti alle cinque Provincie dello Stato Ecclesiastico…”. Rimane invece il divieto di importare tabacchi forestieri tanto in foglia che in lavorati. [Niccolò Gavelli. Storia distinta e curiosa del tabacco. Ferrara, Il Giglio a spese di F. Altieri, 1758]

 

 

 

 

DurantCastor o Castore (1529-1590)

 

DurantCastor o Castore, (Gualdo Tadino, 1529 – Viterbo, 1590) cittadino romano, archiatra di Sisto V, professore di Botanica alla Sapienza, uno dei più noti botanici del suo tempo, fu autore di un epigramma satirico volto a scoraggiare l’uso del tabacco e intitolato nella sua versione originale in latino De herba panacea, quam alii tabacum, alii petum, alii nicotinam vocant, fu pubblicato nel 1587 ad Anversa dall’editore Gilles Everaerts, come introduzione ad un libro in sedicesimo che raccoglieva testi di medicina. L’epigramma di Castor Durante, in un gioco di ironici contrasti, confermava l’allarme da parte della scienza del tempo sulla tossicità e pericolosità del tabacco, noto anche come “erba di Santacroce”. Durante ironizzava sul cardinale Prospero Santacroce che nello Stato della Chiesa aveva forti interessi nel commercio del tabacco e che verosimilmente ne stroncò la carriera accademica.

Erba panacea, detta anche tabacco, peto o nicotina

"De herba panacea, quam alii tabacum, alii petum, alii nicotinam vocant", di Castor o Castore Durante, fu pubblicato nel 1587

 “È conosciuta col nome di Santacroce, l’erba che cura gli occhi dei bambini, che sana le piaghe e lenisce le ferite; l’erba che risolve le scrofole e il cancro, che risana ulcera e canceroma, che lenisce scottature, che respinge la scabbia e che risolve  anche il morbo che deve il nome ad Impete.

Questa erba riscalda, dissecca, asciuga, purifica, chiarifica, placa il dolor di denti, del ventre e della testa, aiuta nella tosse persistente e nelle contrazioni di stomaco; conferisce a milza e ai reni, anche all’utero e doma i funesti veleni delle frecce. Quest’erba giova contro tutti gli accidenti, fa bene alle gengive, concilia il sonno, riveste di carne le ossa scarnificate ed è d’aiuto per le deficienze del torace e dei polmoni.

Nessun’erba, anzi, è più potente, nessuna così  eccellente, nei mali di quest’ultimi due.
Quand’era nunzio della Sede Apostolica, nel Paese Lusitano, ce la portò Prospero Santacroce per uso e comodo della gente di Roma perché, prima del tempo, sollevasse il legno antico della Santa Croce ogni cristiano, di cui oggi la Repubblica gioisce; e perché questa famiglia illustre e della nostra salute e dell’anima e del corpo amica, fosse chiamata della Santa Croce”.

Dipendenza fisica

 

Condizione secondaria all’uso cronico di una sostanza che si manifesta con un bisogno fisico di assumerla.

Si accompagna spesso ad una sindrome di astinenza successiva alla sospensione dell’uso, che varia di intensità e di sintomatologia in relazione alla sostanza d’abuso

 

Sindemia

 

Come molte altre espressioni comunemente utilizzate nelle scienze e nelle discipline biomediche, la parola "sindemia" deriva anch'essa dal greco e starebbe ad indicare tutta una serie di condizioni morbose "concomitanti", con particolare riferimento alle "malattie non trasmissibili", quali in primis affezioni cardio-circolatorie, respiratorie croniche, dismetaboliche come diabete e obesità e tumori, nonché un insieme di situazioni e variabili "socio-economiche" (densità demografica, livello igienico-sanitario e d'istruzione, indice di povertà, etc.), "climatologico-ambientali" (cambiamenti climatici, riscaldamento globale, deforestazione, desertificazione, etc.) ed “errati stili di vita” (fumo di tabacco, alimentazione sbagliata, sedentarietà) che andrebbero tenute nella massima considerazione ai fini di una corretta lettura ed interpretazione dei dati relativi all'andamento ed all'evoluzione di qualsivoglia "malattia infettiva", a maggior ragione ove la stessa assumesse una diffusione globale, come nel caso della "pandemia da SARS-CoV-2". 

Fu Merrill Singer, un antropologo medico statunitense, a coniare e ad introdurre per la prima volta in ambito biomedico, negli anni '90 del secolo scorso, il termine "sindemia", successivamente esplicitato in veste più compiuta ed articolata in un editoriale a firma del medesimo studioso, pubblicato nel 2017 sulla prestigiosa Rivista "The Lancet [Singer M, Bulled N, Ostrach B, Mendenhall E. Syndemics and the biosocial conception of health. Lancet 2017; 389:941-50].