Tabaccologia (rivista)

 

la rivista Tabaccologia rappresenta l’organo ufficiale della Società Italiana di Tabaccologia (SITAB). Si tratta di un trimestrale a carattere scientifico per lo studio del tabacco, del tabagismo e patologie fumo-correlate formato normalmente di 48 pagine più copertina, il tutto a quattro colori fino al 2010 quando poi si è passati ad una stampa a due colori. Tabaccologia è registrata con autorizzazione del Tribunale di Bologna n° 7319 del 24 aprile 2003. Il codice ISSN per Tabaccologia stampa è: 1970-1187 , per Tabaccologia on line: 1970-1195. La rivista Tabaccologia è open access su www.tabaccologia.it

Tabaccologia nasce ufficialmente  il 28 maggio 2003  con la presentazione nella trasmissione televisiva “otto e mezzo” allora condotta da Giuliano Ferrara e Luca Sofri,  da parte del direttore responsabile dr. Giacomo Mangiaracina. Fondatori ufficiali sono stati il dr. Vincenzo Zagà (caporedattore) e il dr. Giacomo Mangiaracina (Direttore Responsabile). Il prof. Gaetano Maria Fara (UniRoma La Sapienza) ne assunse  direzione scientifica.

 

Questo l’editoriale del Direttore Responsabile pubblicato sul primo numero

(1 /2003):

 

Decisi alla meta

di Giacomo Mangiaracina

 

Un’emozione e una data da ricordare, il battesimo di “Tabaccologia", prima rivista scientifica che si occupa in modo peculiare del tabacco e delle varie problematiche indotte dal suo consumo.

In questa Italia si scrive e si legge male, gli stupidari vanno a ruba, e l'editoria è perennemente in crisi. Anche la scienza medica pubblica volentieri mediocrità e monografie scientifiche per addetti ai lavori con visibile impronta dello sponsor che, quando non immediatamente cestinate, affollano, generalmente non lette, gli angoli dello studio medico. In questo scenario sconfortante, chi intende pubblicare qualcosa, dovrà chiedersi se ciò che vuole stampare e divulgare potrà riscuotere l’interesse, o più modestamente l'attenzione dei destinatari. Ce lo siamo chiesto anche noi, e siamo arrivati ad alcune conclusioni.

Per cominciare, siamo consapevoli di cosa sia la problematica tabagica. Il tabacco ha causato una strage, la maggiore che si possa immaginare, prima nei paesi occidentali, poi in quelli in via di sviluppo. Dal 50 al 90, per trenta lunghissimi anni, nel nostro paese, il problema è stato celatamente ammesso e palesemente negato. Gli anni Novanta rappresentano il periodo del risveglio e dell’azione, ma anche in ambito di ricerca scientifica internazionale. Dal 1995 abbiamo certezze del fatto che crei dipendenza fisica tra le più temibili; nel 1996, il “DSM IV”, manuale statistico diagnostico della psichiatria mondiale, codifica come logica conseguenza il Tabagismo tra le patologie da dipendenza, e da quel momento fumare diventa malattia, patologia in sé, contrassegnata dalla perdita del controllo sull’abitudine. Nel 1998 in Italia viene approvato il Piano Sanitario Nazionale 98-2000 che pone per la prima volta la lotta al Fumo tra gli interventi di salute pubblica prioritari per la nazione. E’ una svolta, una consapevolezza ammessa e pur tuttavia ancora taciuta, in un contesto socio culturale, ma anche politico, amministrativo e persino scientifico, che subiscono in questo terreno laceranti contraddizioni. A causa del tabacco.

Siamo certi del ruolo scientifico di questa rivista, ma non solo. Ha anche un ruolo politico, culturale e strategico, la cui incisività sociale dipenderà ovviamente dalla tiratura e dalla capacità di distribuzione. Quello che è certo è che abbiamo creato uno strumento di aggiornamento, di dialogo, di stimolo, propositivo e non solo informativo. Abbiamo voluto superare il concetto-immagine di rivista-organo di una società scientifica, chiusa nel linguaggio per addetti ai lavori. Il Tabagismo non è una “malattia rara”. Interessa oltre un miliardo di persone nel mondo, 13 milioni in Italia, che produce una strage annuale di 4 milioni di adulti nel mondo. Eppure l’atteggiamento politico e delle istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica hanno avuto nei suoi confronti la stessa modalità di approccio che si conviene alle malattie rare, “prima pensiamo alle cose più importanti, poi faremo anche quello”. E’ come se non bastasse vi è anche la grande questione del Fumo passivo, altra faccia del “grande misfatto”, che contribuisce ad imbastire la problematica sul piano sociale, politico ed economico.

 

Tutto questo impone livelli di informazione molteplici ed esperti con competenze diverse, coinvolte nella ricerca, nella prevenzione e nel trattamento. E dunque ci si allarga, dallo stretto tecnicismo, riservato al giro dei sapienti, alla divulgazione, al coinvolgimento di varie figure professionali, rappresentanti di istituzioni e di governo, dagli enti locali alle alte cariche dello stato.

Considerando che in una scala gerarchica epidemiologica il Tabagismo viene collocato al primo posto tra le cause di morte evitabili, la prevenzione e la terapia richiedono interventi differenziati e anche adattati al contesto socio-culturale, di ampio coinvolgimento della rete sociale.

Ecco dunque una rivista che, pur mantenendo il rigore scientifico, è pure divulgativa, pronta a scommettere sulla capacità di portare la Scienza ai contesti sociali influenti, di dialogare con la vasta platea, di promuovere progettualità e iniziative di provata efficacia. Senza alcuna modestia, vi sarebbero tutte le premesse per inaugurare il tempo dei fatti nei programmi di controllo del Tabagismo. La sigla di intese fra SITAB ed altre società scientifiche com’è avvenuto con la FMSI, Federazione Medico Sportiva Italiana, e la Federazione per le Malattie Polmonari Sociali, permettono meglio di inquadrare le intenzioni, quelle di creare un fronte comune. Su un altro piano lo si sta realizzando con la Consulta Italiana sul Tabagismo a cui aderiscono oltre 90 organizzazioni fra enti, regioni e associazioni.