Tabagismo

 

Il tabagismo, lungi dall’essere un semplice “vizio” o “abitudine”, è riconosciuta dall’International Classification of Diseases (ICD-10) dell’OMS e  dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders dell’American Psychiatric Association [1], come una patologia da dipendenza, in cui la nicotina, sostanza neuro-psicotropa, scatena alterazioni neurochimiche, modifica la plasticità di alcune zone cerebrali e delle strutture recettoriali, inducendo cambiamenti comportamentali relativi alla memoria, alle emozioni e all’apprendimento, alla stessa stregua di altre sostanze psicotrope. Il tabagismo infatti soddisfa tutti i criteri clinici e psicobiologici per definire uno stato di dipendenza, analogamente agli altri tipi di tossicodipendenze. 

Inoltre la dipendenza da uso di tabacco, oltre a produrre malattia e morte prematura, comporta un costo economico notevolissimo per le economie nazionali. 

Ma questo non è tutto, perché il tabagismo è come se avesse una marcia in più rispetto alle altre sostanze psicotrope, in quanto, con modificazioni biologiche e molecolari, funziona da “gateway” per altre droghe, cioè predispone all’uso di altre sostanze psicoattive. In sostanza, il tabagismo, come “patologia psichiatrica da nicotina”, è capace di predisporre all’uso di altre droghe come ampiamente dimostrato dal premio nobel Eric Kandel [2].

 

Bibliografia

1. American Psychiatric Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders, 4th Edn. Washington, American Psychiatric Association, 1994.

2. Kandel, E. R., & Kandel, D. B. (2014). A molecular basis for nicotine as a gateway drug. New England Journal of Medicine, 371(10), 932-943.