Polonio

 

Il polonio è un elemento chimico radioattivo presente nella Tavola periodica di Mendeleev con numero atomico 84 e peso atomico 210 e il suo simbolo è Po. Alla scoperta del Polonio sono legati il nome di Marie Curie  e quello del marito Pierre Curie. Il Polonio 210 (Po-210) fu il primo elemento radioattivo scoperto da Marie  Sklodowska e da Pierre Curie nel 1898. Infatti il 18 luglio del 1898, Henry Becquerel presentò all’Accadémie des Sciences la prima nota congiunta di Pierre e Marie Curie, inviata nell'aprile del 1898, su una “substance nouvelle radio-active” contenuta nella pechblenda, in cui propongono una possibile spiegazione che si rivelò profetica: "...i minerali possono contenere un elemento molto più attivo dell'uranio”.

 [Curie P, Curie M. Sur une substance nouvelle radio-active contenue dans la pechblende. C R Acad Sci Gen 1898;127:175–8.] & [Curie P, Curie M, Bémont G. Sur une nouvelle substance fortement radio-active contenue dans la pechblende. C R Acad Sci Gen 1898;127:1215–18.]

  Sono noti 33 isotopi del Polonio, tutti instabili. È un elemento estremamente tossico e molto radioattivo. Il polonio-210 è l’isotopo più radioattivo del polonio, nemettitore alfa con una emivita di 138,39 giorni. Un milligrammo di questo metalloide emette lo stesso numero di particelle alfa di 5 grammi di radio. Il decadimento di questo elemento rilascia anche una grande quantità di energia: mezzo grammo di polonio-210 termicamente isolato dall'ambiente può raggiungere rapidamente temperature di circa 500 °C, e sviluppare circa 140 W/g in energia termica[2]. Pochi curie (gigabecquerel) di polonio-210 emettono una luminescenza blu dovuta all'eccitazione dell'aria circostante per effetto Compton.
Poiché praticamente tutta la radiazione alfa viene facilmente bloccata dai normali contenitori e rilascia la sua energia appena colpisce una superficie, il polonio-210 è stato preso in esame per un possibile uso nel riscaldamento dei veicoli spaziali come sorgente per celle termoelettriche nei satelliti artificiali. Tuttavia, a causa della sua breve emivita (circa 140 giorni), il polonio-210 non poteva alimentare queste celle per tutta la vita utile di un satellite e questa applicazione è stata abbandonata.