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DurantCastor o Castore (1529-1590)

 

DurantCastor o Castore, (Gualdo Tadino, 1529 – Viterbo, 1590) cittadino romano, archiatra di Sisto V, professore di Botanica alla Sapienza, uno dei più noti botanici del suo tempo, fu autore di un epigramma satirico volto a scoraggiare l’uso del tabacco e intitolato nella sua versione originale in latino De herba panacea, quam alii tabacum, alii petum, alii nicotinam vocant, fu pubblicato nel 1587 ad Anversa dall’editore Gilles Everaerts, come introduzione ad un libro in sedicesimo che raccoglieva testi di medicina. L’epigramma di Castor Durante, in un gioco di ironici contrasti, confermava l’allarme da parte della scienza del tempo sulla tossicità e pericolosità del tabacco, noto anche come “erba di Santacroce”. Durante ironizzava sul cardinale Prospero Santacroce che nello Stato della Chiesa aveva forti interessi nel commercio del tabacco e che verosimilmente ne stroncò la carriera accademica.

Erba panacea, detta anche tabacco, peto o nicotina

"De herba panacea, quam alii tabacum, alii petum, alii nicotinam vocant", di Castor o Castore Durante, fu pubblicato nel 1587

 “È conosciuta col nome di Santacroce, l’erba che cura gli occhi dei bambini, che sana le piaghe e lenisce le ferite; l’erba che risolve le scrofole e il cancro, che risana ulcera e canceroma, che lenisce scottature, che respinge la scabbia e che risolve  anche il morbo che deve il nome ad Impete.

Questa erba riscalda, dissecca, asciuga, purifica, chiarifica, placa il dolor di denti, del ventre e della testa, aiuta nella tosse persistente e nelle contrazioni di stomaco; conferisce a milza e ai reni, anche all’utero e doma i funesti veleni delle frecce. Quest’erba giova contro tutti gli accidenti, fa bene alle gengive, concilia il sonno, riveste di carne le ossa scarnificate ed è d’aiuto per le deficienze del torace e dei polmoni.

Nessun’erba, anzi, è più potente, nessuna così  eccellente, nei mali di quest’ultimi due.
Quand’era nunzio della Sede Apostolica, nel Paese Lusitano, ce la portò Prospero Santacroce per uso e comodo della gente di Roma perché, prima del tempo, sollevasse il legno antico della Santa Croce ogni cristiano, di cui oggi la Repubblica gioisce; e perché questa famiglia illustre e della nostra salute e dell’anima e del corpo amica, fosse chiamata della Santa Croce”.